eurochocolate.com > Perugia 2011 > Comunicati Stampa

In The Heart Of Chocolate

NEL FUTURO DEL CIOCCOLATO, SOSTENIBILITA’ E QUALITA’

Si è concluso il Summit  internazionale “In the HeartH of Chocolate” che ha portato a Perugia numerosi operatori del settore a discutere delle prospettive future del cacao di qualità e della differenziazione del mercato

A Perugia si parla di cioccolato in tutte le lingue del mondo grazie a Eurochocolate World, la sezione internazionale di Eurochocolate patrocinata da Icco e Fair Trade Italia. Il summit internazionale “In the HeartH of Chocolate” dedicato quest’anno al tema “Cocoa of excellence: flavour qualities for a development of the market differentiation” si è svolto questa mattina nella splendida cornice della Sala del Consiglio della Provincia di Perugia affollata di esperti, operatori del settore, esponenti di associazioni internazionali ma anche semplici appassionati.

Tema centrale: le prospettive future del cioccolato di qualità sia da parte del produttore che dalla parte del consumatore.  Così il Dott. Pierre Etoa Abena, portavoce dei Paesi produttori di cacao membri della ICCO (International CoCoa Organization) di Londra e consigliere tecnico del National Cocoa and Cofee Board del Cameroon, moderatore del Summit, ha introdotto la relazione del Dott. Giancarlo Di Renzo, presidente di ISCHOM, International Society of Chocolate Cocoa and Medicine, che, da medico, ha parlato degli effetti benefici e delle proprietà del cioccolato ad alto contenuto di cacao sulla salute umana. Riduzione del colesterolo, diminuzione dell’anemia, pressione sotto controllo e riduzione della glicemia sono solo alcuni degli effetti che il cacao produce sul corpo umano grazie all’elevata presenza di polifenoli, teobromina, minerali e amine biogeniche. Il cioccolato di qualità, dunque, fa bene a tutti, A parlare di cioccolato di qualità è stato poi il fondatore di Seventypercent Martin Chrysty, che dell’eccellenza del cacao ha fatto motivo di vita. La sua soluzione per poter continuare a produrre e, di conseguenza, poter continuare a gustare cioccolato di qualità è pagare un prezzo più elevato direttamente agli agricoltori che coltivano la pianta del cacao così da creare un circolo virtuoso in tutta la filiera produttiva al fine di ottimizzare la produzione rendendola, così, anche più sostenibile senza perdere, anzi, aumentandone la qualità. Il suo Seventypercent è in primis una filosofia di vita, cioccolato puro al 70%, ma è anche un sito e un blog che da dieci anni  tramanda la passione per il cioccolato di qualità e crea una rete tra tutti gli amanti e i conoscitori del cibo degli dei.

Al Summit poi sono state tante le testimonianze da tutto il mondo delle storie dei piccoli coltivatori di cacao. Come quella raccontata da  Chloé Roussel, in arte Chloé Chocolat, che riguarda la cooperativa boliviana El Ceibo a cui lei ha prestato consulenza offrendo consigli, suggerimenti e mettendo a disposizione tutta la sua esperienza nel mondo del cioccolato. Dopo un anno di intesa attività la cooperativa, l’unica fondata e gestita in autonomia da 1.500 famiglie di produttori boliviani, è stata presentata al Salon du Chocolat di Parigi nel 2008 ed oggi produce, sia per il mercato interno che estero, solo referenze di altissima qualità. Ma al Summit si è potuto ascoltare anche l’esperienza dell’Indonesia, ad oggi secondo paese produttore di cacao nel mondo dopo la Costa d’Avorio, tramite il resoconto dell’ambasciatore indonesiano Priyo Iswanto che ha sottolineato l’intento del paese di divenire, nel giro di massimo 5 anni, il primo produttore mondiale con 1 milione e mezzo di tonellate l’anno. Obiettivo sostenuto anche dalle politiche del governo indonesiano attraverso programmi nazionali per aumentare il reddito e il tenore di vita dei coltivatori. Il viaggio tra i paesi produttori di cacao è continuato con le esperienze delle comunità indigene maya e delle loro donne che ancora oggi vivono producendo cacao, tramite le foto mostrate da Maricel Presilla, presidente di Gran Cacao Company e tramite la testimonianza dei progetti che l’IILA, Istituto Italo Latino Americano, ha intrapreso proprio a Perugia, durante Eurochocolate 2006, saldando l’alleanza spontanea sorta tra i paesi coltivatori di cacao dell’America Latina e i produttori italiani che si riforniscono per l’80% dagli stati del continente latinoamericano. Così passando da “ChocoLatino” a ChochoCaribe fino a ChochoAndino, ricorda Liz Haydee Coronel, segretario socio-economico dell’IILA, è stato costruito, da tecnici italiani, un centro pilota di raccolta, essicazione e fermentazione di cacao in Ecuador.
Al fine di assicurare un futuro prospero a coltivatori e produttori giungono a sostegno anche i programmi del World Cocoa Foundation, illustrati al Summit dal rappresentante in Europa del WCO Geert Waelkens, che ha ricordato come questi programmi puntino ad incrementare la produzione facendo rimanere inalterata la qualità ma con un occhio alla sostenibilità ambientale e sociale. A concludere il giro delle relazioni Paolo Pastore, direttore di Fair Trade Italia, che legge nel futuro del cioccolato maggiore sostenibilità anche grazie agli accordi che Fair Trade sta stringendo con le grandi multinazionali del cacao. Per gli anni a venire dunque, solo in questo modo si potrà assicurare continuità nella filiera produttiva, maggiore visibilità, relazioni stabili, sostenibilità ambientale e partecipazione democratica ai processi produttivi di coltivatori e produttori.

 

NEL FUTURO DEL CIOCCOLATO, SOSTENIBILITA’ E QUALITA’

Si è concluso il Summit  internazionale “In the HeartH of Chocolate” che ha portato a Perugia numerosi operatori del settore a discutere delle prospettive future del cacao di qualità e della differenziazione del mercato

A Perugia si parla di cioccolato in tutte le lingue del mondo grazie a Eurochocolate World, la sezione internazionale di Eurochocolate patrocinata da Icco e Fair Trade Italia. Il summit internazionale “In the HeartH of Chocolate” dedicato quest’anno al tema “Cocoa of excellence: flavour qualities for a development of the market differentiation” si è svolto questa mattina nella splendida cornice della Sala del Consiglio della Provincia di Perugia affollata di esperti, operatori del settore, esponenti di associazioni internazionali ma anche semplici appassionati

Tema centrale: le prospettive future del cioccolato di qualità sia da parte del produttore che dalla parte del consumatore.  Così il Dott. Pierre Etoa Abena, portavoce dei Paesi produttori di cacao membri della ICCO (International CoCoa Organization) di Londra e consigliere tecnico del National Cocoa and Cofee Board del Cameroon, moderatore del Summit, ha introdotto la relazione del Dott. Giancarlo Di Renzo, presidente di ISCHOM, International Society of Chocolate Cocoa and Medicine, che, da medico, ha parlato degli effetti benefici e delle proprietà del cioccolato ad alto contenuto di cacao sulla salute umana. Riduzione del colesterolo, diminuzione dell’anemia, pressione sotto controllo e riduzione della glicemia sono solo alcuni degli effetti che il cacao produce sul corpo umano grazie all’elevata presenza di polifenoli, teobromina, minerali e amine biogeniche. Il cioccolato di qualità, dunque, fa bene a tutti, A parlare di cioccolato di qualità è stato poi il fondatore di Seventypercent Martin Chrysty, che dell’eccellenza del cacao ha fatto motivo di vita. La sua soluzione per poter continuare a produrre e, di conseguenza, poter continuare a gustare cioccolato di qualità è pagare un prezzo più elevato direttamente agli agricoltori che coltivano la pianta del cacao così da creare un circolo virtuoso in tutta la filiera produttiva al fine di ottimizzare la produzione rendendola, così, anche più sostenibile senza perdere, anzi, aumentandone la qualità. Il suo Seventypercent è in primis una filosofia di vita, cioccolato puro al 70%, ma è anche un sito e un blog che da dieci anni  tramanda la passione per il cioccolato di qualità e crea una rete tra tutti gli amanti e i conoscitori del cibo degli dei.

Al Summit poi sono state tante le testimonianze da tutto il mondo delle storie dei piccoli coltivatori di cacao. Come quella raccontata da  Chloé Roussel, in arte Chloé Chocolat, che riguarda la cooperativa boliviana El Ceibo a cui lei ha prestato consulenza offrendo consigli, suggerimenti e mettendo a disposizione tutta la sua esperienza nel mondo del cioccolato. Dopo un anno di intesa attività la cooperativa, l’unica fondata e gestita in autonomia da 1.500 famiglie di produttori boliviani, è stata presentata al Salon du Chocolat di Parigi nel 2008 ed oggi produce, sia per il mercato interno che estero, solo referenze di altissima qualità. Ma al Summit si è potuto ascoltare anche l’esperienza dell’Indonesia, ad oggi secondo paese produttore di cacao nel mondo dopo la Costa d’Avorio, tramite il resoconto dell’ambasciatore indonesiano Priyo Iswanto che ha sottolineato l’intento del paese di divenire, nel giro di massimo 5 anni, il primo produttore mondiale con 1 milione e mezzo di tonellate l’anno. Obiettivo sostenuto anche dalle politiche del governo indonesiano attraverso programmi nazionali per aumentare il reddito e il tenore di vita dei coltivatori. Il viaggio tra i paesi produttori di cacao è continuato con le esperienze delle comunità indigene maya e delle loro donne che ancora oggi vivono producendo cacao, tramite le foto mostrate da Maricel Presilla, presidente di Gran Cacao Company e tramite la testimonianza dei progetti che l’IILA, Istituto Italo Latino Americano, ha intrapreso proprio a Perugia, durante Eurochocolate 2006, saldando l’alleanza spontanea sorta tra i paesi coltivatori di cacao dell’America Latina e i produttori italiani che si riforniscono per l’80% dagli stati del continente latinoamericano. Così passando da “ChocoLatino” a ChochoCaribe fino a ChochoAndino, ricorda Liz Haydee Coronel, segretario socio-economico dell’IILA, è stato costruito, da tecnici italiani, un centro pilota di raccolta, essicazione e fermentazione di cacao in Ecuador.

Al fine di assicurare un futuro prospero a coltivatori e produttori giungono a sostegno anche i programmi del World Cocoa Foundation, illustrati al Summit dal rappresentante in Europa del WCO Geert Waelkens, che ha ricordato come questi programmi puntino ad incrementare la produzione facendo rimanere inalterata la qualità ma con un occhio alla sostenibilità ambientale e sociale. A concludere il giro delle relazioni Paolo Pastore, direttore di Fair Trade Italia, che legge nel futuro del cioccolato maggiore sostenibilità anche grazie agli accordi che Fair Trade sta stringendo con le grandi multinazionali del cacao. Per gli anni a venire dunque, solo in questo modo si potrà assicurare continuità nella filiera produttiva, maggiore visibilità, relazioni stabili, sostenibilità ambientale e partecipazione democratica ai processi produttivi di coltivatori e produttori.

Banner